Italia e Cina unite dal metal dei Messa

Ci metti 8 minuti

La Via della Seta esporta dischi metal: i Messa e 工业废料泡泡 hanno teso un filo tra Italia e Cina con una cover di “Leah”.

Ci siamo chiesti cosa ci facesse questo brano in un video caricato su Bilibili (la YouTube made in China) e abbiamo chiesto a Sara (Messa) e alla misteriosa cantante e polistrumentista dall’oriente di fare due chiacchiere, alla ricerca di punti di contatto fra due culture apparentemente molto distanti.

Come hai conosciuto i Messa? Non sono molto conosciuti nemmeno in Italia,vedere che qualcuno suona la loro musica dall’altra parte della terra ci ha stupiti.

工业废料泡泡: Me li ha consigliati un mio caro amico. La prima canzone loro che ho ascoltato è stata Leah, che mi è piaciuta moltissimo, così ho ascoltato tutto l’album. 
Mi piace particolarmente Snakeskin Drape, conosco così bene queste due canzoni che so esattamente cosa ogni strumento farà il secondo dopo. 
Ho apprezzato molto l’album dello scorso anno, Close. Spero vengano a suonare in Cina, andrei sicuramente a vederli .
Conosco parecchie persone che li ascoltano, sarà l’ambiente che frequento, forse molti fan non sono attivi sui social media e questo vi porta a pensarla così.

Che effetto fa vedere la propria musica apprezzata e suonata dall’altra parte del mondo?

Sara Bianchin: È un’esperienza forte. Mi colpisce sempre nel profondo vedere che qualche persona ha una connessione con la musica che facciamo. Quando vedo qualcuno cantare a memoria i nostri brani sotto il palco mi emoziono e mi chiedo se tutto questo è vero. È altrettanto incredibile venire a sapere che ci sono persone che apprezzano ciò che fai, vivendo così distanti da te.

Abbiamo la sensazione che la sottocultura Metal come genere musicale sia tipicamente occidentale, popolare soprattutto nei paesi scandinavi. I musicisti metal spesso vengono guardati storto, per pregiudizi legati all’ harshness e all’oscurità tipica dei brani. Come ci si sente ad essere musicisti metal in Asia, nello specifico in Cina? 

工业废料泡泡: In Cina la musica metal non è ancora mainstream come in Europa, la maggior parte delle persone cerca sonorità melodiche, dolci, orecchiabili, non c’è particolare tolleranza verso sonorità diverse, più dark, perciò la musica metal in Cina è ancora relativamente giovane, nonostante ciò ci sono band metal cinesi niente male. 
Ho suonato in alcuni festival metal in Cina, suonavo principalmente il basso, e la sensazione che ho avuto è semplicemente questa: il metal è underground. 
Comunque essere un musicista metal in Cina non è visto di cattivo occhio, la maggior parte delle persone identifica il musicista metal come il musicista “tecnicamente molto bravo”, seguendo il pensiero comune che il metal sia sfoggio di tecnica e abilità. 
Ora ci sono sempre più giovani che ascoltano metal e si appassionano alla cultura che c’è dietro, il che mi fa stare bene.
Per quanto riguarda gli altri paesi asiatici, il metal giapponese è molto interessante, in futuro mi piacerebbe farne esperienza diretta. Ho ascoltato anche un po’ di metal di altri paesi asiatici ma non mi è piaciuto particolarmente. 

Conosci qualche band metal cinese o in generale non occidentale? 

Sara Bianchin: Purtroppo mi tocca ammettere che di metal cinese non ne so praticamente niente. Sono grande fan – da quando ero adolescente – del punk giapponese. Gruppi come Gauze e GISM mi hanno cambiato la vita. Conosco un pò di band grindcore Indonesiane, come per esempio Noxa e Zukas Krust. Mi piacciono molto i Boris, giapponesi, mentre sul versante più estremo, apprezzo molto i Sabbat, band black/thrash attiva dagli anni ottanta.
Poi, non è assolutamente metal, ma uno dei dischi più ascoltati nella mia macchina negli ultimi mesi è una raccolta di Dust To Digital intitolata ‘Luk Thung: Classic & Obscure 78s from the Thai Countryside’. Il thai funk mi fa letteralmente impazzire.

L’industria musicale (specialmente metal) è ancora principalmente di dominio maschile, hai mai affrontato situazioni …

工业废料泡泡: La mia band è stata invitata a suonare in uno spettacolo a tema femminista, appena prima di suonare però siamo stati informati che non avremmo potuto dire nulla che riguardasse il femminismo, perchè erano venuti a vedere il concerto delle personalità importanti che ovviamente erano tutti uomini. Ciò mi ha fatto arrabbiare ma l’ho anche trovato anche comico. La Cina di oggi è ancora molto patriarcale e nonostante oggi molte donne lottino e facciano sentire la propria voce le cose non sono cambiate più di tanto, ci vorrà del tempo. 
Come musicista donna, i primi commenti che sento riguardano l’aspetto esteriore, commenti che lasciano intendere che la bravura ed il talento, in quanto donna, siano secondari alla bellezza.
La questione poi si espande al di là dell’ambiente musicale, già il fatto di essere donna sembra essere una penalità, subordinata all’autorità maschile; nonostante ciò farò tutto il possibile per dare una voce alle donne.  

Pensi che in italia l’industria musicale sia ancora di “dominio” maschile? Hai notato differenze di approccio all’estero? 

Sara Bianchin: Nel genere metal più di altri. Sono migliorate molte cose negli anni, ma ci sono ancora tanti passi da fare. Vorrei essere giudicata per quello che faccio, indipendemente dal mio genere di appartenenza. Purtroppo mi scontro spesso con un mondo diverso dal mio, in cui il giudizio delle persone è intriso di fattori assolutamente futili. Commenti tanto irrilevanti quanto degradanti ogni tanto fanno capolino. Come se la mia abilità e credibilità come cantante fossero strettamente legate alla mia apparenza o al mio culo. Nessuno viene mai a dirmelo in faccia però. Alle donne che fanno musica ‘estrema’ viene data meno credibilità in partenza. Dovremmo essere carine, brave con il nostro strumento e intelligenti – ma non troppo: altrimenti per tanti diventiamo una minaccia. Sia mai…

Riesci a vivere di musica?

工业废料泡泡: Sì, al momento sono una sorta di libero professionista. Oltre a fare musica guadagno un po’ anche con la fotografia, design, blogging. 

Sara Bianchin: Per il momento no.